Rischi ESG

I rischi ESG sono i rischi degli impatti finanziari negativi derivanti da fattori Environment, Social & Governance delle controparti e sugli investimenti degli istituti bancari; così li definisce l’EBA (European Banking Authority).

In particolare, l’Autorità di Vigilanza Europea ha criticato la lentezza degli istituti di credito nel gestire i rischi climatici. Quale sarà il ruolo delle banche per sostenere lo sviluppo virtuoso del sistema e promuovere la trasformazione?

Rischi ESG: cosa ha messo in luce un recente studio dell’EBA

Un recente studio dell’EBA ha evidenziato che il 35% delle esposizioni delle banche hanno come controparte debitori con emissioni di GHG (gas ad effetto serra) superiori alla media europea.
Il richiamo si aggiunge a quello dei fondi e delle agenzie di rating e impone un’attenta osservazione dell’esposizione a questi rischi.
A causa dell’aumento atteso dei disastri naturali, sia per la frequenza sia per l’intensità, deve quindi essere riponderato il rischio di potenziali perdite finanziarie e dei conseguenti effetti sistemici.
A partire da giugno 2021, le banche devono rendicontare il proprio portafoglio crediti per settore ed esposizione a eventi climatici cronici e acuti; nel corso del 2022, inoltre, avrà luogo il primo stress test climatico a livello europeo.

Il Comitato di Basilea per la Vigilanza Bancaria ha redatto i Principles for the effective management and supervision of climate related financial risk; ha definito 12 principi di alto livello per gli istituti bancari e 6 per le Autorità di Vigilanza, che integrano i rischi legati all’ambiente nel framework di Basilea 3 nel rispetto del criterio di proporzionalità.

Il passo successivo per le Autorità di supervisione del sistema bancario sarà tenerne conto in sede di determinazione dei requisiti di capitale.

Rischi e processo di revisione e valutazione prudenziale

Il processo di revisione e valutazione prudenziale (SREP) è lo strumento più idoneo nell’attuale contesto normativo. Questo in attesa che EBA identifichi entro il 2025 un Supervisore transnazionale e ne delinei il perimetro di riferimento per gli Istituti Significant o Less Significant.
Un’improvvisa accelerazione, senza un adeguato periodo di transizione per l’adozione di metriche di valutazione che comprendano rischi ambientali e climatici, rischia però di essere un‘arma a doppio taglio incompatibile con il percorso che le banche hanno delineato a seguito del recepimento delle EBA Guidelines on loan origination and monitoring e dei Technical standards on Pillar 3 disclosures of ESG risks.
Gli Istituti di Credito potrebbero essere così esposti nel breve periodo a indesiderabili rischi reputazionali.

L’introduzione di nuove tipologie di rischio determina una revisione del sistema di gestione dei rischi e del Risk Appetite Framework (RAF); questo per poterli inquadrare correttamente per il monitoraggio e per il trattamento nel contesto più ampio del Risk Management.

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Rischi ESG e situazione in Italia

In Italia, il Sustain Advisory ha utilizzato l’indice AWARE Accident Weather Analytics & Risk Events per mappare l’esposizione al rischio climatico degli impieghi del nostro sistema bancario; questi sono stati spesso erogati in territori esposti a un elevato rischio di precipitazioni, frane, alluvioni ed eventi tellurici.
Secondo gli studi del centro Euro-Mediterraneo sui cambiamenti climatici «La probabilità del rischio da eventi estremi è aumentata in Italia del 9% negli ultimi vent’anni».

Nella Strategia Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici del Ministero dell’Ambiente si evidenzia che «Nei prossimi decenni la regione europea e mediterranea dovrà far fronte ad impatti dei cambiamenti climatici particolarmente negativi, i quali, combinandosi agli effetti dovuti alle pressioni antropiche sulle risorse naturali, fanno dell’Europa meridionale e del Mediterraneo le aree più vulnerabili d’Europa».

Va considerato che, nel nostro Paese, il settore produttivo è caratterizzato da PMI fortemente dipendenti dal settore bancario, con un’impostazione imprenditoriale poco propensa ad accedere al mercato dei capitali.

L’introduzione della valutazione dei rischi ESG nei processi di erogazione del credito avrà quindi un impatto rilevante sull’intero sistema economico; inoltre, l’attività economica del paese sarà fortemente condizionata dall’obiettivo delle zero emissioni nette entro il 2050.

Tutti i settori dovranno accelerare il processo di transizione energetica e il comparto finanziario avrà un ruolo decisivo nell’imporre i tempi della trasformazione.
Il comparto industriale subirà una forte spinta alla riconversione dei processi produttivi e dell’evoluzione della cultura aziendale; in particolare per le PMI, la sostenibilità diventerà un differenziale competitivo essenziale per la crescita, anche per l’accesso al credito.
Il ruolo delle banche sarà dunque critico per sostenere uno sviluppo virtuoso dell’intero sistema e per non essere ostacolo alla trasformazione.

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